L’antico borgo di Castelvenere, in Valle Telesina, è il paese col più ricco patrimonio enologico. La superiorità dei suoi vini è riconosciuta in Italia e all’estero, anche grazie alle famose “cantine di Castelvenere”, scavate in una roccia tufacea, che testimoniano come la coltivazione della vite e la produzione di vini rinomati in questo luogo abbia radici secolari. Qui nascono diversi vitigni autoctoni del Sannio, tra cui la Coda di Volpe: un’uva particolare che prende il nome dalla forma dei grappoli, che a maturazione assumono le sembianze appunto della coda di una volpe.
Provare, produrre, progredire
Il 1975 è un anno importante, in quanto segna anche il passaggio generazione da Raffaele Ciabrelli a suo figlio Antonio, che ha saputo cogliere l’occasione di mettere in partica, con successo, le tesi che in quegli anni propugnavano i giovani della Coldiretti attraverso i “Club 3 P”: provare, produrre, progredire. «Nostro primario obiettivo era quello di promuovere la cultura del vino. Dovevamo avvicinare i potenziali consumatori e portarli all’interno delle nostre aziende, permettere loro di degustare il nostro vino e di assaggiare i prodotti naturali del luogo. È stata, quella, la prima esperienza di vera accoglienza delle persone nelle aziende agricole: è dal mondo enologico che è nato poi l’agriturismo».