È falso che la carne rossa faccia male alla salute. A poterne compromettere la salubrità, sono il luogo in cui il bestiame è vissuto, il frumento, i cereali e l’erba da pascolo con cui quotidianamente si è nutrito. Ecco perché allevatori di rinomate razze bovine si sono consorziati, al fine di certificare – rispettando scrupolosi disciplinari – il benessere dell’animale nel corso dell’intero ciclo di vita, con costanti controlli lungo tutta la filiera: dai seminativi alla crescita del bestiame, dalla macellazione al sezionamento alla commercializzazione. La Marchigiana è una di queste carni. Insieme alla razza Chianina e Romagnola è tutelata dal consorzio “IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale”: un marchio d’assoluta garanzia per qualità e tracciabilità del prodotto. Una carne che l’organismo umano assimila facilmente, grazie all’alto tasso di proteine, alle tante vitamine del gruppo B, ai pochi grassi e al tanto ferro. Prelibata, tenera al palato e succulenta nel gusto, dal colore rosso vivo, la bistecca Marchigiana è la preferita dagli amanti della carne di qualità.
Nicola ed Ester Farina, tornati al paese d’origine, Buonalbergo, dopo anni di sacrifici in Svizzera, danno vita nel 1976 ad un’azienda agricola per l’allevamento del vitellone bianco dell’Appennino centrale e assicurare un futuro ai loro figli. Nel 1997 le redini dell’azienda passano nelle mani del figlio Claudio il quale, insieme alla moglie Sandra, dà vita ad un’organizzazione aziendale in grado di coprire l’intero processo produttivo, la cosiddetta “filiera chiusa”. Una scelta lungimirante, successivamente adottata su scala nazionale per valorizzare e rilanciare la carne Marchigiana sul mercato globale.