È sempre l’uomo al centro delle opere di Italo Mustone. L’individuo, reso protagonista mediante la funzione magica della sua figura. L’artista parte dal concetto occidentale della pittura basato sulla coscienza e sulla critica dei dogmi, sui miti, sulle tradizioni, sui convenzionalismi. “Nella pittura di Italo Mustone l’uomo diviene sagoma, ripetuta all’infinito, denuncia dell’omologazione contemporanea. L’uomo diviene parte della folla, moltitudine che può essere mare o vulcano, segno nitido, ora confuso, nuova forza della natura. Dall’omologazione alla schiavitù tecnologica, le figure di Mustone sono androidi che hanno al posto del cuore un processore, o esseri minuscoli imprigionati in una scheda madre, a riportare alla mente le atmosfere distopiche di Metropolis di Fritz Lang”. In una continua composizione basata sul colore, tra i fondi piatti e le figure bidimensionali, emerge la profonda conoscenza degli accostamenti cromatici. Una ricerca sperimentale che si è sviluppata negli anni su queste tematiche, delineando uno stile forte e riconoscibile, ma non banale e sempre attento all’espressione estetica.