La diga prende il nome dal paese dove sono state realizzate le strutture di sbarramento, Campolattaro, un antico borgo di epoca ottocentesca. È l’invaso il più grande della Campania, situato in una piana alluvionale naturale che comprende il comune di Morcone, circondata dal verde dei boschi e di terreni coltivati. L’intera superficie è Zona a Protezione Speciale ed ospita un’area protetta magistralmente gestita dal WWF. La flora, la fauna e la biodiversità diffusa hanno permesso la nascita di diversi habitat naturali: dai boschetti di specie igrofile al sottobosco ricco di biancospino e prugnoli, dalle rose selvatiche alle ginestre alla fioritura di 35 specie d’orchidee selvatiche. Alle 150 specie animali censite, tra cui volpi, tassi, cuculi, lepri, ghiri, faine, civette, poiane, gazze, picchi, tortore, anatre, tasso e lepre, si sono aggiunti il martin pescatore, aironi e cormorani, falchi e cicogne. Nel 2013, l’Oasi WWF Lago di Campolattaro ha ricevuto il premio Ebn Italia come migliore Oasi per il birdwatching.
Progettata negli anni Settanta, solo nell’aprile del 2006 si è proceduto alla chiusura delle paratoie per la formazione del lago artificiale, seguendo scrupolosi protocolli tecnici. L’accumulo d’acqua annuo previsto è pari a circa 109 milioni di m3: 89 milioni m3 provenienti dal Tammaro e 20 milioni m3 derivanti dalla traversa di gronda sul Tammarecchia. I volumi d’acqua ritenuti utilizzabili ogni anno sono pari a 87.2 milioni m3. Si prevede che 2.600 litri di acqua al secondo, una volta realizzato il potabilizzatore, saranno sufficienti a soddisfare i bisogni idrici delle aree interne della Campania.