Sono 72 le splendide formelle in bronzo della Janua Major che compongono la “porta maggiore” della Cattedrale di Benevento. Una sequenza artistica che racconta in modo insolito la storia di Gesù. L’opera risale al XII-XIII secolo ed è stata attribuita ad Oderisio di Benevento, scultore e fonditore della prima metà del XII secolo. Le formelle raffigurano tra l’altro il Vescovo metropolita di Benevento, 24 arcivescovi suffraganei e 4 teste di leoni. Sono disposte sui due battenti della porta, in nove file orizzontali. Nel settembre del 1943, un violento bombardamento sulla città di Benevento, da parte dell’aeronautica militare alleata, colpì in modo devastante la Cattedrale romanica beneventana, distruggendo o disperdendo i preziosi manufatti. Dopo un lungo e laborioso restauro, durato oltre trent’anni, le formelle sono tornate al loro antico splendore sulla riposizionata porta del Duomo, arretrata di circa tre metri rispetto alla originaria collocazione.
Menzione a parte merita il pannello 31, che raffigura il corpo dell’apostolo Giuda appeso ad un albero con una corda massiccia, la cui cima palmata si piega per il peso, mentre un angelo lo abbraccia e ne raccoglie l’anima con un bacio. A portarlo all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale, facendolo entrare nella storia del cinema internazionale, il regista Ridley Scott che l’ha voluto inserire in una delle scene più intense del film thriller “Hannibal”: precisamente quella in cui Anthony Hopkins-Lecter, a Firenze per una conferenza su Dante Alighieri, propone un ardito paragone tra la morte di Pier delle Vigne e quella per impiccagione di Giuda Iscariota. La scena preannuncia la morte del poliziotto italiano, interpretato dall’attore Giancarlo Giannini, che finirà appunto impiccato ad uno dei muri di Palazzo Vecchio, proprio come il Giuda del pannello della porta di bronzo beneventana.