La rete del Regio tratturo, una sorta di autostrada dell’era pre-automobile dell’Italia centro-meridionale, sviluppato lungo l’asse che da Pescasseroli (L’Aquila) portava a Candela (Foggia), era utilizzato per il trasferimento delle greggi nell’alternarsi delle stagioni. Il Regio tratturo, che aveva una larghezza considerevole di oltre cento metri, toccava – anche attraverso le sue diramazioni, i cosiddetti “tratturelli” – numerosi centri ed agglomerati urbani sanniti soprattutto nella fascia di confine con Puglia e Molise.
Lungo questa rete si è accumulato nel tempo un articolato patrimonio di beni di architettura rurale come chiese, abbeveratoi e altre opere, che merita una lungimirante rivalutazione. La maestosità dei paesaggi rurali, collinari e montani suscitano l’ammirazione di quanti intendono riappropriarsi degli elementi naturali: il Tratturo attraversa questo patrimonio e si dipana principalmente nell’Alto Sannio e nel Fortore, toccando i comuni di Morcone, Santa Croce del Sannio, Buonalbergo, Reino, San Marco dei Cavoti, Circello, Colle Sannita, Castelpagano e San Bartolomeo in Galdo.